Quando si pensa a Rimini, la mente va subito alle spiagge, al mare e alla movimentata vita notturna. Ma Rimini è anche uno scrigno, che custodisce importanti testimonianze della sua antica storia: fu importante colonia romana nel 68 a.c.; nel Medioevo, durante i Malatesta, costituiva una vivace corte frequentata da artisti che hanno lasciato le loro tracce nell’architettura della città, da Leon Battista Alberti a Piero della Francesca; nell’800 era animata dallo spirito rivoluzionario nella lotta per l’unificazione.
Il salotto della città è l’elegante piazza Cavour, con la rinascimentale Fontana della Pigna, del 1543, in marmo bianco, la cui pigna in cima è sorretta da un tamburo di epoca romana.
La fontana è circondata dal Teatro Galli del 1843, dal Palazzo del Podestà e dal Palazzo dell’Arengo: quest’ultimo è un capolavoro romanico-gotico la cui merlatura a coda di rondine è originale. Si dice vi fosse qui un masso, il “lapis magnum”, dove i debitori insolventi venivano puniti.
Attraversando via Poletti, alle spalle del teatro, si trova Piazza Malatesta, dove spicca il Castel Sigismondo, roccaforte dei Malatesta che conserva dipinti, affreschi e arazzi: una fortezza con possenti mura, fossati e torri quadrate il cui fascino è rimasto inalterato nel tempo.
In prossimità del teatro si trova la chiesa di Sant’Agostino che conserva le spoglie di Alberto Marvelli, fatto beato nel 2004 da Giovanni Paolo II.
Molte sono le testimonianze lasciate dal dominio romano. Il Ponte di Tiberio, che collega Rimini con Borgo di San Giuliano (vecchio quartiere di pescatori), è stato voluto da Augusto: è un gioiello in pietra d’istria a 5 arcate in stile dorico.
Nell’area archeologica di Piazza Ferrari si trova la “domus del chirurgo”, risalente alla fine del II secolo : un edificio a due piani nel quale sono stati ritrovati strumenti chirurgici in ferro e bronzo.
Bellissimo poi l’Arco di Augusto risalente al 27 a.c., anch’esso in pietra d’istria con raffigurate, tra la ghiera e i capitelli, le quattro divinità: Apollo, Giove, Nettuno e Minerva. Sulle due facciate ci sono teste di bue come simbolo dell’importanza di Rimini come colonia romana.
Percorrendo Corso d’Augusto si raggiunge Piazza Tre Martiri, dove ai tempi dei Malatesta vi si tenevano tornei cavallereschi. La piazza, dove si trova una stele con il discorso del XVI fatto da Giulio Cesare dopo il passaggio dal Rubicone e una statua a lui dedicata, è circondata da un signorile porticato con locali e negozietti.
Imperdibile il “Tempio Malatestiano” o Duomo di Rimini: un capolavoro rinascimentale in pietra d’istria progettata da Leon Battista Alberti. Al suo interno sono conservati il crocifisso di Giotto, basso rilievi di Agostino il Duccio e il famoso affresco di Piero della Francesca che rappresenta il profilo di Sigismondo Pandolfo Malatesta.